Qualcuno era Cirano, l’Europa e Don Chisciotte
Il voto dell’uscita del Regno Unito dall’Europa sottolinea una forte mancanza della politica, intesa nel senso nobile del termine, all’interno di questo continente.
Sembra chiaro poter affermare che l’Europa, ad oggi, è il continente dell’economia e non della politica.
L’indifferenza alla politica, che Don Andrea Gallo sottolineava essere l’ottavo vizio capitale, perché sinonimo di indifferenza alla vita, è chiara oltremodo nelle giovani generazioni: solo il 36% degli aventi diritto dei giovani del Regno Unito è andato alle urne.
Spesso, mi interrogo su cosa debba essere questo continente che i media a volte ricordano edulcorandolo con il Manifesto di Ventotene ma che ha un tutt’altro sapore.
Mi riferisco al documento di 16 pagine datato 28 maggio 2013, nel quale la Jp Morgan, storica società finanziaria statunitense ha affermato come alcune costituzioni Europee, tra le quali la nostra, presentino dati socialisti che indeboliscono l’Unione Europea tra i quali “esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; e la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo.”
A questa filosofia di pensiero, purtroppo, ravvedo continuità nelle scelte politiche italiane, mi riferisco al pareggio di bilancio introdotto in Costituzione mediante l’art. 81, alla precarietà dovuta al Jobs Act, il quale ha eliminato la tutela reale per il lavoratore ed al presidenzialismo strisciante che si vuole introdurre con la nuova riforma costituzionale.
Novelle le quali sono, purtroppo, in sintonia con l’attuale idea di Europa, la quale come detto ha il colore grigio della economia di austerità ed il colore sempre grigio consequenziale della indifferenza.
C’è un uomo, però, che accende i sentimenti, ed è il Papa; mi preme la necessità di riportare testualmente, all’indomani della Brexit, la sua idea di Unione Europea espressa al ritorno dal viagggio in Armenia: “Ci sono diverse maniere di unità, la fratellanza è migliore delle distanze, i ponti sono migliori dei muri; un Paese che è nell’Unione Europea vuole comunque mantenere la sua cultura e tradizione. Il passo che deve dare l’Unione Europea, per ritrovare la forza che ha avuto nelle sue radici, è un passo di creatività e di sana disunione, deve dare più indipendenza e libertà ai paesi dell’Unione, pensare ad un’altra forma di Unione, essere creativi. Essere creativi nell’economia e nei posti di lavoro, noi abbiamo, ad esempio, una economia liquida che ha causato in Italia una disoccupazione giovanile del 40%. C’è qualcosa che non va in questa Unione massiccia. Ma non si deve buttare via il bambino con l’acqua sporca. Bisogna ricreare, la ricreazione delle cose umane è un percorso che si deve fare, un uomo ed una donna si ricreano continuamente e questo dà a loro fecondità; le due parole chiavi dell’Unione Europea penso che debbano essere ricreatività e fecondità”.
Sancho Panza urla a Don Chisciotte “Mio Signore, io purtroppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente, ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia, riusciremo noi da soli a riportare la giustizia? In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre, dove regna il capitale, oggi più spietatamente, riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero al potere dare scacco e salvare il mondo intero?” Dal Cavaliere della Mancha ottiene la seguente risposta “Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il male ed il potere hanno un aspetto così tetro? Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà? Il potere è l'immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte!”
Sta a noi scegliere se essere Sancho Panza o Don Chisciotte…
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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