La politica oggi, Fabriano-Ceriscioli e Sandro
Provo a raccontare una storia che trasmetta un’emozione, non è facile:
Si sente il classico suono di campane, o meglio il suono di altoparlanti, è una estate calda e i rigatoni al pomodoro Mutti aspettano. A mangiarli ci sono due generazioni: Andrea e Benedetto, il primo ama andare in vespa mentre il secondo le ha viste nascere le Px Piaggio; tra loro un vino bianco.
Finito il verdicchio, per cercare frescura i due si recano al solito vicolo, circondato dai fiori esposti fuori dal negozio della vecchia fioraia, con il muschio che affiora dai vecchi san pietrini del tempo del podestà.
“Senti Andrea, non è un caso che Fabriano non voglia avere una certa memoria storica, che non voglia ricordare. Ascolta quanto aveva da dire Sandro e ti accorgerai della differenza della quotidianità, della quotidianità della nostra città tanto gestita da capponi, gallo per definizione privo di attributi e caparbio a fare la voce grossa laddove invece bisognerebbe star zitti.”
A parlare sono ora gli scritti di Sandro: “Per me il socialismo è soprattutto l’esaltazione della dignità umana, della dignità del singolo, quindi si sintetizza in due istanze: la libertà e la giustizia sociale, senza quest’ultima la libertà diventa una conquista molto fragile e vuota”.
Benedetto: “Caro Andrea devi sapere che io quando avevo la tua età non capivo bene il senso di queste parole, ma entrambi seguivamo un ideale, un sogno, oggi rattrappito, che ci sussurrava sempre che per essere felici noi, lo dovevano essere anche gli altri. Alla madre che chiese la grazia al duce, Sandro scrisse: -Devo frenare lo sdegno del mio animo, perché sei mia madre e questo non debbo dimenticarlo. Dimmi mamma, perché hai voluto offendere la mia fede? E mi sento umiliato al pensiero che tu, sia pure per un solo istante, abbia potuto supporre che io potessi abiurare alla mia fede politica pur di riacquistare la libertà-.
L’oggi, caro Andrea, è colorato di nero, di focolai di guerre, che rendono ancora più forti, perché autentiche ed attuali, le parole di Sandro: -L’Italia deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame-, motivazioni che oggi sembrano solo essere dimostrate e vissute dal nostro grandissimo Pontefice, che pensa, nipote mio, farà iniziare il Giubileo della misericordia nella Cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
Caro Andrea, sono quasi 26 anni, la tua età circa, che Sandro ci ha lasciato, Fabriano sembra non ritenere opportuno ricordarlo nemmeno con una via, ma soprattutto a quei valori di giustizia ed uguaglianza a cui Pertini era intransigente, i nostri rappresentanti son sembrati invece troppo spesso intolleranti. Lui che era espressione dei diritti sociali mai avrebbe acconsentito alla chiusura dei punti nascite e così di sfregiare il diritto alla salute. Io sono ormai solo un vecchio, ma ti voglio bene, e tu alto e grosso, sii forte e continua a credere.”
Ti voglio bene nonno
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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Interpellanza sulla eliminazione delle barriere architettoniche nel Comune di Fabriano
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La politica deve disegnare il domani. Gemellaggio tra le fontane di Fabriano e Perugia, ed entrata di Fabriano nel consorzio delle Grotte di Frasassi
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