Il Palio sul Giano e come è il Giano a Fabriano
Una notte intera donne e uomini piegati a riporre quei fiori tritati preparati con tanta cura; riporli in un insieme di fiori, in un disegno di fiori, era l’ordine che in tanti hanno voluto e amato seguire sabato 13 giugno nel confezionare le bellissime infiorate.
Infiorata che testimonia fatica, bellezza, collaborazione, fragilità, confronto; qualità che tutto il Palio di San Giovanni Battista racchiude, propone e fa vivere.
Quest’anno i fiori sono il fiume Giano, il Palio tutto è ambientato sul fiume Giano, come espressione di vita e di futuro, quasi a voler stimolare uno slancio a favore della città.
Nostra signora dell’ipocrisia è un titolo di una canzone del 1993, “ Alla fine della baldoria c'era nell'aria un silenzio strano … ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa … E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell'ipocrisia perché una mano lavasse l'altra … sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io.”
Tanto questa Nostra Signora dell'ipocrisia la sento vivere a Fabriano, molti dei ragazzi della mia generazione infatti non hanno mai potuto vedere, perché coperto dal cemento, il fiume Giano e sicuramente nessuno ha mai potuto vedere il Ponte dell’Aéra che insieme al fiume e al fabbro costituiscono il gonfalone della città. Sembra poter quasi sorridere di malinconia, nel capire che i bravissimi infioratori, nel disegnare con i fiori il Giano, non abbiano potuto avere come fonte d’ispirazione proprio il nostro fiume, altrimenti le infiorate tutte sarebbero state testimonianza del degrado.
Di certo questa ipocrisia non è degli infioratori e dei portaioli tutti, ma delle Amministrazioni che hanno scelto di vilipendiare i fiume, sì vilipendio, perchè ha tolto e toglie ancora dignità alla città di Fabriano.
In questi ultimi anni il “Comitato alla Scoperta del Giano”, sta facendo l’impossibile affinchè il fiume possa tornare ad essere una risorsa ed una bellezza, proprio come il fiume rappresentato nelle infiorate.
Da circa 4 mesi sono iniziati i lavori di scopertura del fiume in città, più volte ne ho scritto e discusso in merito, l’importante ad oggi è il fatto che il tratto urbano non verrà totalmente scoperto per tutelare delle baracche che poggiano sulla copertura in via Filzi, così facendo verrà tolta la possibilità per tutti di vedere almeno in parte il ponte dell’Aéra (ponte che era impossibile rappresentare nelle infiorate, essendo da 60 anni sotto il cemento).
Il Sindaco ha rinnovato pubblicamente, lunedì 15 giugno, l’emanazione di una variante ai lavori, promessa dall’Assessore Alianello ormai da più di un anno, ma il tutto propende per la tutela delle baracche anziché del fiume Giano, del ponte dell’Aéra e quindi di Fabriano.
A me piace concludere però questa riflessione, con il finale della canzone citata, mi piace immaginare Silvana alle quattro di notte, mentre posa un celeste “plumbago” sul Giano di domani cantare stanca ma felice: “Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l'usato passo fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là in basso. Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare.”
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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