Qualcuno era Cirano; Terremoto Luogo Comune
Il terremoto è ripreso poco prima dell’inizio del festival culturale Luogo Comune organizzato dalla Fondazione Aristide Merloni.
Credo che rispecchi il vero considerare proprio come sia il terremoto il nostro luogo comune.
Fabriano, la nostra Italia, sono sì le nostre piazze, ma sono costernate di una forte fragilità sociale che il sisma ha nuovamente messo in luce con tutta la sua ingiustizia e prepotenza.
Il luogo comune credo sia sinonimo di incontro, confronto, scontro, appartenenza che vengono declinati nei vicoli, nelle piazze.
Ma oggi in quegli stessi vicoli, in quelle stesse piazze cosa c’è?
Credo ci sia un confronto dettato dall’alcool per evadere dal quotidiano, basti pensare al tasso di disoccupazione giovanile che è intorno al 40% e alle continue incertezze sul domani dettate dalla precarietà del lavoro.
Il perché di questo bere è tanto presente nella nostra Fabriano, ed oggi è abbracciato dal terremoto, che in molte città come la nostra ha gettato oltre a questa sofferenza quotidiana anche la distruzione.
Questi tre giorni di festival organizzati dalla Fondazione Merloni sono stati davvero espressione invece di confronto, ma non può essere una luce fioca di una realtà costantemente buia.
Dopo il sisma la stessa Fondazione Merloni ha lasciato in gestione al Comune una tensostruttura, mi auguro che possa essere sede di continui dibattiti e confronti che possano quantomeno farci riassaporare la bellezza del logos.
Qualche giorno fa, lì in quella struttura, è venuto un ex Vice Presidente del Senato, il Professore Cesare Salvi, a parlare di Costituzione, a parlare di quel libro vero cantato pochi giorni prima in quello stesso giardino da Roberto Vecchioni in “Chiamami ancora amore” durante il festival Luogo Comune.
Non c’era alcun membro della Giunta Comunale, nemmeno per dare un piccolo saluto.
Ebbene, credo che il luogo comune in qualche modo sia anche l’affermazione di una libertà unita alla giustizia sociale, ma noi qui, ad ogni livello, siamo circondati dalla sofferenza di questa miope politica, che fino a qualche giorno prima del terremoto ancora parlava della necessità del ponte di Messina ed a considerare i zero virgola.
Che dire? Forse questo luogo comune è davvero lontano e questo sisma altro non ha fatto che evidenziare una precarietà già tanto presente.
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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Interpellanza sulla eliminazione delle barriere architettoniche nel Comune di Fabriano
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