Qualcuno era Cirano; Le parole di Ivo Salari
Stiamo attraversando un periodo molto divisivo, un periodo in cui sempre si sentono parole colme ed intrise di slogan volti a farci schierare da una o dall’altra parte della barricata.
Il valore della parola è tanto venuto meno, quando invece nulla è più di umano che esprimere con coscienza e consapevolezza i propri pensieri volti a far conoscere all’altro le nostre emozioni, i nostri sentimenti.
Ebbene, Ivo Salari si potrebbe proprio annoverare come un anticonformista della parola, in quanto volto a far riappropriare di valore l’importanza del comunicare, ed è per questo un anticonformista.
Difatti, grazie all’associazione Appennino Valleremita in persona del presidente Erminio Piermartini, Ivo Salari da otto anni organizza delle cacce al tesoro che, dietro all’aspetto ludico, mostrano davvero la bellezza e la cura per la parola posta al servizio della conoscenza storico locale e della letteratura.
L’ultima caccia al tesoro in ordine di tempo è stata svolta in occasione del cinquantennale della chiesa della B.V. della Misericordia, nel quale Ivo ha posto all’attenzione dei partecipanti messaggi criptici in versi, con l’intento di far conoscere, mediante proprio la risoluzione degli enigmi, i personaggi a cui sono dedicate alcune vie cittadine.
I versi hanno risaltato la cura per il linguaggio e sono stati da tramite per ricordare con forza anche la storia della famiglia Mazzarini, trucidata dai nazi fascisti il 4 maggio del 1944 a Monte Sant’Angelo di Arcevia, ed a riaffermare il carattere valoriale di uno dei simboli più rilevanti della nostra città: il medico partigiano Engles Profili.
Ebbene, il vivere quotidiano è circondato da inglesismi ed aforismi numerici grigi, così attuali perché specchio dell’oggi, credo che invece le parole ed il messaggio di Ivo Salari siano volte ad un avvicinamento sincero verso la città, verso la necessità fisiologica di riscoprire l’esigenza di un parlare prossimo a chi siamo realmente, e per questo doverosamente distante dalla plastica degli slogan divisivi.
Questa logica umanistica credo debba essere abbracciata più che mai dalle scuole per porre sempre vivo l’atteggiamento critico nelle menti dei ragazzi, proprio per rendere, in tal modo, vani gli slogan divisivi.
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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