I Simboli dei Comuni sono il biglietto da visita della città
Il Giano e il Ponte dell'Aéra dove sono?
Guccini cantava: “Leone di Venezia, Leone di San Marco” proprio per indicare la Venezia di Marco Polo, al varco dell’oriente … Leone di San Marco che è proprio raffigurato nel gonfalone della città di Venezia.
Se il cantante modenese venisse a Fabriano e vedesse il simbolo del nostro Comune, non saprebbe proprio cosa cantare; penserebbe o di aver esagerato con il vino rosso, o direbbe tra se e sé: “ Non riesco a crederci!” Purtroppo la vicenda di Mastro Marino che batte l’incudine sopra il Ponte dell’Aéra, ha davvero il sapore dell’incredulità unita a rabbia e amarezza.
Da più di un anno il “Comitato alla Scoperta del Giano” si sta impegnando con sincera passione affinchè venga ridata dignità al nostro fiume, il loro motto è :“Il fiume è vita ridiamo vita a Fabriano”. La tutela del nostro simbolo ha in sé il desiderio di riappropriazione della città, della custodia della nostra città, contro i passati atti barbari. Non esiste altro aggettivo per indicare un’ azione amministrativa che è stata capace di oltraggiare, ponendo una colata di cemento per rinchiudere il Giano e il Ponte dell’Aèra, il simbolo della propria città. E’ come se a Venezia l’amministrazione comunale decidesse di mettere un velo alla colonna del Leone di San Marco,che insieme alla colonna di San Tòdaro, e alle moli di Palazzo Ducale e della Libreria Marciana, costituiscono l'accesso monumentale alla piazza di San Marco a Venezia, per chi proviene dal mare.E’ proprio Fabrizio Moscè del “Comitato alla Scoperta del Giano” ad affermare, come siano il Giano e il Ponte dell’Aèra i nostri simboli: “Abbiamo la certezza che il fiume e il ponte raffigurati nel nostro gonfalone siano il Giano e il Ponte dell’Aèra. Innanzi tutto il nome Aèra, metallo, la materia prima utilizzata dai fabbri. Altro punto che rafforza questa ipotesi è la zona dove è situato, che storicamente è quella dove i fabbri avevano le botteghe e officine; in piazza bassa era addirittura presente un portico lunghissimo, denominato, “dei fabbri”, che si estendeva dai Vasari fino al Ponte dell’Aèra. Altro punto a favore è la sua struttura poderosa che lo mette senza ombra di dubbio al primo posto fra i ponti sul Giano. Esso ha subito trasformazioni nel corso dei secoli specie nel 1500 per mano di Bernardo Rossellino (come ipotizza il Vasari), a cui dobbiamo il suo aspetto attuale con doppia galleria e pilastro rostrato centrale. La struttura è simile al Ponte Vecchio di Firenze. Se elimineranno la copertura, le volte si vedrebbero quindi da via Filzi e da via Le Conce.”
L’amministrazione non può più essere connivente con questa offesa al nostro simbolo, e dovrebbe ringraziare a mani giunte l’impegno del “Comitato alla Scoperta del Giano”, che sta facendo il lavoro che dovrebbe fare un Assessore al Turismo. La difesa per il Giano e per il Ponte dell’Aéra, va al di là della semplice tutela di questi due beni, ma esprime l’esigenza di riaffermazione di una custodia cittadina da tempo andata perduta. Oggi Fabriano è come il ponte dell’Aéra, una potenzialità nascosta, ma che avrebbe le capacità per essere davvero un Ponte rinomato, di collegamento tra Gubbio, Assisi,Perugia e la costa Marchigiana. Non possiamo più, essere quelli che, hanno un ponte simile al Ponte Vecchio di Firenze nelle fogne.
Andrea Giombi
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Articoli-Pensieri
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