Caro Leo,
Caro Leo,
mi è sempre stato difficile rivolgermi ad una persona dandole un diminutivo, sarà per la mia indole introversa; sono più per gli allungativi, non credo si dica in questo modo, come quando chiamavamo Giuliano, invece di Giulio, l’allora presidente della Spider Basket Fabriano, dove ho avuto l’immenso onore di prenderle di santa ragione da un vero pivot: il mitico Maurizio Venturi.
Perdonami questa inutile digressione, una delle mie scapigliate, ma avverto il bisogno di dirti che ho appena finito di leggere il tuo libro, edito da Salani: “VIVI, AMA, CORRI. AVANTI TUTTA!” e, appena terminata la lettura, mi è tornata in mente una canzone che è protagonista in questi mesi: “La Verità” di Brunori Sas.
Tu concludi il tuo libro così “Io voglio essere consapevole del mio cancro, non essere il mio cancro” e credo fermamente che ora che sei deceduto, è doveroso che chiunque riceva la tua eredità, fatta più di valori che valori.
Il tuo esempio ragionevolmente folle, e per questo vicino alla verità, deve essere recepito davvero da ogni persona.
Ognuno di noi, d’altronde, ha un cancro, ha un dramma che toglie il sapore pure al cioccolato, ma tu hai in modo nitido e vivo dimostrato che hai voluto essere davvero quello che ti pare (uso comunque il presente), nonostante il tuo dramma.
Pur avendo un tumore, inguaribile (e non incurabile, come ami descriverlo), hai corso ben 2 maratone di New York, hai fondato una Onlus in sostegno dei malati oncologici e hai, come hai fatto anche a Fabriano, incontrato numerosissimi ragazzi per dire loro che dalle crepe entra comunque la luce.
Come canta il poeta calabrese Brunori Sas, hai dimostrato che il dolore serve proprio come serve la felicità e che morire serve anche a rinascere.
Tu Leonardo sei un folle e per questo ti ringrazio, ti ringrazio perché hai dimostrato di afferrare la vita e renderla importante in un modo indelebile.
De Gregori canta “cercavi la giustizia ed hai incontrato la legge” e forse questo verso, purtroppo, ti va addosso. Meritavi di vincere il tuo male e non di incontrare la incomprensibile legge divina.
Ma hai scosso, per il tramite del tuo esempio, le verità presenti dentro ognuno di noi; ci hai insegnato che non dobbiamo rinunciare a quelle quattro o cinque cose che devono per forza resistere a qualsiasi diramazione, corso, bivio la vita ci metta davanti.
E noi non possiamo non afferrare e rendere vive queste nostre verità, tuffandoci dalla barchetta per affrontare il mare.
Secondo me hai pienamente affermato la social catena della ginestra leopardiana; il tuo anello della catena della vita rimarrà, infatti, vivo comunque e non sparirà mai.
Ti voglio bene, e ti dico sinceramente semplicemente
GRAZIE
mi piace pensarmi tuo amico,
Andrea Giombi
Leonardo Cenci è nato a Perugia 46 anni fa. Sei anni fa gli è stato diagnosticato un cancro ai polmoni al quarto stadio e gli sono stati dati pochi mesi di vita. La sua incredibile reazione ha stupito i medici prima e l’Italia intera poi: il tumore non gli ha impedito di correre in circa 4 ore di tempo, ben due maratone di New York, la seconda volta battendo persino il tempo della precedente. Mai nessun italiano ha corso una maratona con un tumore in corso. Ha fondato nel 2013 la Onlus Avanti Tutta! che ha già donato più di 350 mila Euro tra strumentazioni, ausili sanitari e borse di studio per la ricerca. Nel 2016 il Presidente Mattarella gli ha conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua determinazione ad affrontare la malattia, un esempio e un sostegno per tutti gli altri malati; ed il Coni gli ha conferito il suo più alto riconoscimento, ossia la medaglia d’oro al valore atletico.
Malcapitato lettore acquista il libro! Aiuterai la Onlus Avanti Tutta! e così ti unirai alla follia di Leo.
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Articoli-Pensieri
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